16 Agosto 2024

Dermatite polimorfa solare o allergia al sole: cos’è e come si cura

L’esposizione solare, seppur fondamentale per la sintesi della vitamina D e il benessere generale, può comportare insidiosi rischi per la salute cutanea. La dermatite polimorfa solare, conosciuta anche come “allergia al sole”, rappresenta una condizione debilitante per chi ne è affetto, manifestandosi con eruzioni cutanee pruriginose o brucianti subito dopo l’interazione con i raggi UV.

Questa reazione può variare da lieve a grave, influenzando significativamente la qualità della vita durante le stagioni più soleggiate. Senza un’adeguata gestione, le recidive possono diventare frequenti e severe, esponendo la pelle a ulteriori complicazioni e compromettendo le normali attività quotidiane.

Cos’è la dermatite polimorfa solare?

La dermatite polimorfa solare è una reazione cutanea anomala che si manifesta in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti (UV) del sole, che provoca un’eruzione cutanea pruriginosa o bruciante, che appare generalmente entro poche ore o fino a due o tre giorni dopo l’esposizione solare.

La condizione è caratterizzata da diverse forme di lesioni cutanee, inclusi piccoli pomfi rossi o rosa, vesciche e, meno comunemente, eruzioni a bersaglio. La dermatite polimorfa solare colpisce solitamente le aree della pelle più esposte al sole, come il collo, il petto e le braccia, mentre il viso può essere risparmiato.

La durata tipica dell’eruzione è di circa due settimane, durante le quali può guarire senza lasciare cicatrici, purché non si verifichi una nuova esposizione al sole che peggiori la condizione.

Cause e fattori di rischio

La dermatite polimorfa solare è causata da una reazione anomala del sistema immunitario ai raggi ultravioletti: quando la pelle è esposta al sole, soprattutto in primavera e in estate, la radiazione UV può alterare una sostanza cutanea, innescando una risposta infiammatoria. Questo tipo di dermatite non è ereditaria, benché circa il 20% dei casi presenti un legame familiare.

Diversi fattori di rischio aumentano la probabilità di sviluppare questa condizione. Ad esempio, è più comune nelle donne rispetto agli uomini e tende a colpire prevalentemente individui con la pelle chiara, anche se può manifestarsi in tutte le tonalità di pelle.

L’insorgenza tipica avviene tra i 20 e i 40 anni, sebbene possano essere colpiti anche i bambini; inoltre, l’esposizione solare intermittente o improvvisa dopo un periodo di scarsa esposizione può aumentare la sensibilità cutanea, favorendo l’insorgenza dell’eruzione.

Diagnosi e distinzione da altre condizioni

La diagnosi della dermatite polimorfa solare si basa principalmente sull’osservazione clinica e sull’anamnesi dettagliata del paziente, con lo specialista dermatologo che esamina la tipologia delle lesioni cutanee, la loro distribuzione e il fattore scatenante, ovvero l’esposizione ai raggi UV.

La diagnosi differenziale è fondamentale per escludere altre condizioni cutanee con sintomatologia simile, come l’eritema multiforme, l’eczema o la sudamina. L’eritema da calore, ad esempio, è causato dall’accumulo di sudore e non dalla luce solare, e non comporta una desensibilizzazione progressiva della pelle.

In alcuni casi, può essere necessario ricorrere a test aggiuntivi, come una biopsia cutanea, per escludere altre patologie o per confermare la diagnosi. Inoltre, test di fotosensibilità, eseguiti in ambito ospedaliero, possono aiutare a valutare la reazione della pelle alla luce UV. Una diagnosi accurata è essenziale per prescrivere il trattamento adeguato e per educare il paziente sulle misure preventive da adottare per minimizzare le recidive e migliorare la qualità della vita.

Trattamenti e rimedi per la dermatite polimorfa solare

Non esiste una cura definitiva per questa condizione, ma diverse strategie possono aiutare a gestire i sintomi e a ridurre la frequenza delle recidive.

Evitare l’esposizione al sole: la prevenzione primaria consiste nell’evitare l’esposizione solare, soprattutto durante le ore di maggiore intensità, dalle 11:00 alle 15:00. Indossare indumenti protettivi e cappelli a tesa larga può ridurre significativamente l’esposizione ai raggi UV.

Utilizzo di creme solari: l’applicazione di creme solari ad ampio spettro con un fattore di protezione solare di almeno 50 e una valutazione UVA di 4 o 5 stelle è fondamentale. Le creme solari devono essere applicate uniformemente e con generosità, almeno 15-30 minuti prima di uscire, e riapplicate ogni due ore e dopo il nuoto o la sudorazione intensa.

Desensibilizzazione e trattamenti UV: la desensibilizzazione della pelle tramite esposizione controllata ai raggi UV può essere effettuata sotto la supervisione di un dermatologo. Questo trattamento prevede visite trisettimanali per 4-6 settimane, incrementando gradualmente la dose di UV per aumentare la tolleranza della pelle.

Indurimento della pelle a casa: l’indurimento, o “toughening,” può essere realizzato anche a casa mediante l’esposizione graduale e controllata al sole durante la primavera. Questo processo deve essere condotto con cautela per evitare di scatenare la dermatite.