10 Gennaio 2025

Cosa fare nel caso di ustioni in gravidanza

Le ustioni in gravidanza rappresentano un evento poco comune, ma richiedono un’attenzione particolare per garantire il benessere di madre e feto. Sebbene il rischio di incidenti termici non aumenti durante la gestazione, la condizione unica del corpo femminile in questo periodo richiede un approccio in cui tempestività e prudenza diventano parecchio importanti.

Anche una piccola ustione, se trascurata, può determinare complicazioni, mentre le ustioni estese costituiscono emergenze che richiedono cure altamente specializzate. La priorità è sempre la salvaguardia della salute materna, poiché strettamente connessa alla sopravvivenza fetale.

Questo equilibrio delicato evidenzia la necessità di interventi adeguati e personalizzati, non solo per affrontare i danni fisici, ma anche per proteggere la salute emotiva della futura mamma. Ogni gesto, dal primo soccorso al monitoraggio avanzato, può fare la differenza.

Tipologie di ustioni e gravità dell’evento

Le ustioni possono variare notevolmente in base alla profondità e all’estensione del danno. Non solo in gravidanza, distinguere tra ustioni minori e gravi è fondamentale per intraprendere le misure più appropriate: Le ustioni superficiali colpiscono solo gli strati esterni della pelle, causando arrossamenti e lieve dolore, e spesso si risolvono senza complicazioni. Le ustioni di secondo e terzo grado, invece, possono coinvolgere tessuti più profondi e compromettere il sistema cardiovascolare e metabolico, aumentando il rischio di complicazioni per il feto, soprattutto se interessano una porzione significativa del corpo.

L’estensione dell’ustione viene spesso espressa in percentuale di superficie corporea coinvolta: il superamento del 10% è considerato critico durante la gravidanza e richiede valutazioni approfondite. Parallelamente al danno fisico, è importante tenere conto dei rischi secondari, come infezioni, sbalzi elettrolitici e stress materno, che possono aggravare ulteriormente la condizione generale.

Primi passi in caso di ustione in gravidanza: cosa fare subito

Le azioni iniziali devono mirare a contenere l’estensione del danno e a prevenire complicazioni. Innanzitutto, è essenziale interrompere immediatamente il contatto con la fonte di calore e raffreddare delicatamente la zona interessata con acqua fresca (non ghiacciata) per circa 10-15 minuti. Questo aiuta a dissipare il calore residuo e a ridurre l’infiammazione.

In seguito, la pelle deve essere protetta applicando un panno pulito e sterile, evitando sostanze irritanti o rimedi casalinghi, che potrebbero aumentare il rischio di infezione. Se l’ustione appare superficiale, una medicazione semplice e l’utilizzo di una crema a base di Rigenase e Poliesanide, può favorire la guarigione, ma nelle situazioni in cui compaiono bolle estese, dolore intenso o segni di peggioramento, è fondamentale prepararsi per un’assistenza medica immediata.

Quando è necessario rivolgersi al medico o al pronto soccorso

Non tutte le ustioni richiedono un intervento medico immediato, ma in gravidanza è essenziale valutare con attenzione segni e sintomi che potrebbero indicare eventuali rischi. È fondamentale cercare assistenza sanitaria urgente se l’ustione è di secondo o terzo grado, copre una vasta superficie corporea (oltre il 5-10% del corpo) o interessa aree particolarmente delicate, come il viso, il torace, le mani o i genitali. Anche piccoli arrossamenti, se accompagnati da dolore intenso, bolle diffuse o segni di infezione come arrossamento crescente, pus o febbre, non devono essere sottovalutati.

Situazioni di vertigini, debolezza, difficoltà respiratoria o contrazioni uterine spontanee dopo l’evento necessitano di un immediato controllo medico, poiché potrebbero indicare uno stress materno-fetale. Rivolgersi a una struttura specializzata consente un monitoraggio adeguato della ferita e delle condizioni fetali, garantendo una gestione sicura e mirata per entrambe le vite coinvolte.