25 Luglio 2025

Come prendere il sole correttamente per abbronzarsi

Prendere il sole stimola la produzione di melanina, ma quello che in pochi considerano è che è tutt’altro che un processo innocuo. Anche senza scottature solari, la pelle si difende dai raggi UV con un meccanismo che segnala un danno, non un beneficio. Questo non significa rinunciare all’abbronzatura, ma capire che va gestita con attenzione. Esporsi senza protezione accelera l’invecchiamento cutaneo e aumenta il rischio di problemi seri, come i tumori della pelle. Il sole può far bene, ma solo se viene affrontato con consapevolezza.

Scegliere la protezione solare giusta: non solo SPF

Quando si prende in considerazione la crema solare, ci si sofferma sui numeri: SPF 30, 50 o 15. Ma ridurre tutto a una cifra può essere fuorviante. La protezione solare serve a difendere la pelle da due tipi di raggi ultravioletti: gli UVB, che provocano le scottature, e gli UVA, che penetrano più in profondità e causano invecchiamento cutaneo e danni alle cellule. Per questo è fondamentale scegliere un filtro ad ampio spettro, capace di proteggerci su entrambi i fronti.

Inoltre, la scelta del prodotto deve tenere conto anche del fototipo, del tipo di pelle (grassa, secca, sensibile) e del contesto d’uso: un conto è un pomeriggio in città, un altro è una giornata intera in barca. Chi ha la pelle più chiara o tende a macchiarsi dovrebbe preferire SPF alti, ma anche chi si abbronza facilmente non è immune ai danni del sole.

Un errore comune è considerare la crema solare come una barriera totale: nessun filtro garantisce protezione al 100%. Per questo, più che inseguire il numero più alto, è meglio imparare a leggere le etichette e usarla nel modo giusto, come parte di una routine di esposizione solare consapevole.

Applicare la crema: quando, quanto e come

Usare la crema solare nel modo corretto è essenziale per proteggere davvero la pelle. Applicarla di fretta, in quantità minime o solo dopo essere già al sole, è uno degli errori più comuni. La protezione va stesa almeno 20 minuti prima dell’esposizione e riapplicata ogni due ore, o subito dopo il bagno o se si suda molto.

Serve anche la giusta quantità: per coprire tutto il corpo, sono necessari circa 30-35 ml, cioè l’equivalente di sei cucchiaini. Troppo poca crema abbassa drasticamente il livello di protezione.

Non dimenticare le aree più esposte e spesso trascurate: collo, orecchie, piedi, mani, parte posteriore delle gambe, cuoio capelluto se poco coperto.

Una corretta applicazione non solo evita le scottature, ma aiuta a mantenere un’abbronzatura uniforme e duratura, prevenendo macchie, disidratazione e invecchiamento precoce della pelle.

Costruire l’abbronzatura gradualmente: meno sole, più risultati

Esporsi troppo a lungo nei primi giorni di vacanza è il modo più rapido per rovinarsi l’abbronzatura (e la pelle). Il mito della “full immersion” solare è pericoloso e controproducente: la pelle ha bisogno di tempo per attivare la produzione di melanina, e questo processo non si accelera aumentando le ore sotto il sole.

La chiave è procedere per gradi, iniziando con sessioni brevi (20-30 minuti per lato) e aumentando l’esposizione giorno dopo giorno. Questo approccio riduce il rischio di scottature, favorisce una pigmentazione più uniforme e aiuta a ottenere una tintarella più stabile e duratura.

Un’abbronzatura “costruita” bene è anche più bella: il colore appare più naturale e la pelle rimane compatta, senza desquamazioni.

Infine, è importante “ascoltare” la propria pelle: se si arrossa o tira, è un segnale chiaro di sovraesposizione.

Quando esporsi per abbronzarsi senza rischi

I raggi solari non sono uguali durante la giornata. L’intensità della radiazione UV varia a seconda dell’orario, e conoscere questa dinamica aiuta a esporsi in modo più sicuro ed efficace. I raggi sono più forti tra le 11:00 e le 15:00, quando il sole è allo zenit: in questa fascia oraria, la pelle si danneggia più rapidamente e la probabilità di scottature aumenta.

Per ottenere un’abbronzatura graduale e duratura, è meglio scegliere le prime ore del mattino o il tardo pomeriggio. In questi momenti, la radiazione UV è meno aggressiva, e la pelle riesce a stimolare la produzione di melanina senza andare incontro a traumi.

Un altro vantaggio di evitare le ore centrali è legato alla produzione di vitamina D: bastano 15-20 minuti di esposizione solare moderata, a orari sicuri, per contribuire al suo fabbisogno giornaliero.

Infine, prendere il sole nelle ore giuste aiuta anche a regolare i ritmi circadiani: la luce del mattino è un segnale naturale per l’orologio interno del corpo, con effetti positivi sull’umore e sulla qualità del sonno.

Dieta e abbronzatura: il colore parte da dentro

Il colore dorato della pelle non dipende solo dal sole, ma anche da ciò che portiamo in tavola. Un’alimentazione ricca di beta-carotene e antiossidanti può migliorare la qualità dell’abbronzatura e proteggere la pelle dai danni dei raggi UV. Carote, albicocche, mango, melone, pomodori e verdure a foglia verde stimolano la produzione di melanina e contrastano l’infiammazione causata dall’esposizione solare.

Questi alimenti non solo favoriscono un colorito più uniforme e duraturo, ma aiutano anche a prevenire secchezza, desquamazione e invecchiamento precoce. Per ottenere benefici reali, è utile iniziare a consumarli almeno una o due settimane prima di esporsi al sole, continuando anche durante l’estate.

Un altro consiglio utile? Aggiungere alla dieta fonti di vitamina E e C, come frutta secca e agrumi, che rafforzano le difese cutanee e mantengono la pelle elastica.

Idratazione

Il vero alleato dell’abbronzatura duratura è l’idratazione costante, dato che una pelle secca si difende peggio dai raggi UV, tende a desquamarsi e perde il colore più velocemente. Dopo il sole, è fondamentale usare prodotti lenitivi e rigeneranti.

Ombra, accessori e pause: i veri alleati di un’abbronzatura intelligente

Abbronzarsi non significa stare ore immobili sotto il sole cocente. Al contrario, alternare momenti di esposizione diretta con pause all’ombra è una strategia efficace per abbronzarsi meglio e con meno rischi. La melanina, infatti, continua a essere prodotta anche quando ci si allontana momentaneamente dal sole: non serve “resistere” a oltranza.

In questo equilibrio, gli accessori possono dare una mano: un cappello a tesa larga protegge viso e cuoio capelluto, mentre gli occhiali da sole con filtro UV prevengono danni oculari e rughe precoci. Persino un pareo o una maglietta leggera possono schermare la pelle senza bloccare completamente l’abbronzatura, offrendo una protezione aggiuntiva durante le ore più calde.

Esporsi in modo intermittente, cambiando posizione e coprendosi strategicamente, aiuta a uniformare il colore e a evitare zone arrossate o scottate.

Quando il contesto accelera l’abbronzatura (e i rischi)

Esporsi al sole vicino a superfici riflettenti come acqua, sabbia o cemento può intensificare l’abbronzatura… ma anche i danni. Questi ambienti amplificano l’esposizione ai raggi UV: la sabbia riflette fino al 20% della radiazione, l’acqua circa il 10%, e il rischio di scottature aumenta senza che ce ne accorgiamo.

Stare in riva al mare o a bordo piscina non significa solo ricevere i raggi dall’alto, ma anche lateralmente e dal basso. Il risultato? Un’abbronzatura più rapida, ma anche più disomogenea e potenzialmente dannosa se non ci si protegge a dovere.

Per sfruttare questi riflessi in modo intelligente, è fondamentale aumentare la protezione solare nelle zone più esposte, come viso, spalle, piedi e dorso. Anche indossare indumenti chiari e leggeri può aiutare a limitare il sovraccarico di UV.

Dopo ogni bagno, la crema solare va sempre riapplicata, anche se è resistente all’acqua: strofinare con l’asciugamano e il sudore ne riducono comunque l’efficacia.

Scottature solari: cosa fare (e cosa evitare)

Anche con tutte le precauzioni, può capitare di scottarsi. Le scottature solari sono una reazione infiammatoria acuta della pelle causata da un’eccessiva esposizione ai raggi UV, soprattutto UVB. I sintomi variano da un semplice arrossamento a dolore, gonfiore, vesciche e, nei casi più gravi, febbre o brividi. Le aree più colpite sono di solito viso, spalle, torace e dorso, soprattutto nei fototipi chiari.

In questi casi, è necessario evitare di esporsi nuovamente al sole finché la pelle non è completamente guarita. Va poi rinfrescata la zona con impacchi di acqua fredda (non ghiaccio diretto) e applicare una crema, spray o garze a base di Rigenase e Poliesanide. Vanno evitate lozioni grasse, oli e prodotti profumati che possono irritare ulteriormente la pelle.

È importante bere molta acqua per reidratare l’organismo e favorire la rigenerazione cutanea. Non le vesciche, se presenti, e in caso di sintomi estesi o febbre è necessario contattare il medico.