05 Settembre 2025

Dermatite da acari della polvere: come si riconosce e cura

Le ustioni sono lesioni della pelle che possono essere provocate da un’eccessiva esposizione al sole o a radiazioni, ma anche da acqua bollente o da altri liquidi o oggetti incandescenti, da vapore, da fuoco, da corrente elettrica e da diverse sostanze chimiche.

Le ustioni rappresentano una delle più comuni cause di trauma in tutto il mondo e sono particolarmente diffuse sia nei bambini (24% delle ustioni totali) che negli adulti. Si tratta infatti di uno degli infortuni più comuni in ambito domestico e probabilmente sarà capitata, almeno una volta, a chiunque.

Sono definite in base al livello di gravità e alla causa scatenante: in questo articolo, conosceremo quali sono le diverse tipologie di ustioni e quali possibilità per un primo intervento efficace, ricordando che in caso di ustioni gravi, estese, dolorose o potenzialmente infette, è assolutamente necessario affidarsi al parere di un medico.

Tipi di ustione: sintomi

Oltre alla causa scatenante, le ustioni possono essere classificate anche in base alla loro gravità, che può essere variabile a seconda della durata del contatto con l’agente ustionante e quindi dalla profondità della lesione.

  • Le ustioni di primo grado sono di lieve entità che interessano solamente lo strato più superficiale della pelle, l’epidermide, lasciando intatti gli strati più profondi.
    Si tratta di bruciature o scottature provocate da lunghe esposizioni solari o dal breve contatto con un agente ustionante.
    Generalmente non richiedono particolari trattamenti medici ma sono comunque accompagnate da sintomi quali l’arrossamento della zona interessata e la presenza di dolorebrucioreprurito e gonfiore.
  • Le ustioni di secondo grado o a spessore parziale, sono quelle che interessano anche lo strato più profondo della cute, il derma. Dal momento che la barriera epidermica è stata compromessa, la ferita formerà delle vescicole contenenti liquido.
    Sono particolarmente dolorose e guariscono grazie alla riepitelizzazione. Questo processo può portare alla generazione di cicatrici, in particolare se il tempo di guarigione si protrae oltre le 2-3 settimane.
  • Le ustioni di terzo grado o a tutto spessore, danneggiano non solo la cute ma anche lo strato sottocutaneo con conseguente necrosi dei tessuti e formazione di croste e macchie nere. La guarigione avviene grazie alla contrazione dei tessuti e alla formazione di tessuto cicatriziale.

La gravità delle ustioni dipende anche dalla sua estensione: si considerano localizzate le ustioni che interessano meno del 20% della superficie corporea (12-15% nei bambini); oltre questa soglia le ustioni sono considerate diffuse e gli effetti si ripercuotono sull’intero organismo.

Cosa fare in caso di ustione: rimedi

Qualora l’ustione non sia grave a livello di profondità, estensione e area del corpo interessata, è possibile adottare alcuni semplici accorgimenti che hanno lo scopo di mantenere la corretta umidità della lesione e di prevenire possibili infezioni.

  • Primo passo: il primo intervento efficace consiste nel garantire la massima pulizia della lesione, irrigandola con acqua e rimuovendo eventuali indumenti ad eccezione di quelli fortemente aderenti alla pelle (nota bene: non applicare ghiaccio sulla lesione).
  • Disinfezione e medicazione: successivamente disinfettare l’area e applicare,crema, spray una medicazione in garze a base di Rigenase e Poliesanide, indicata per il trattamento di ustioni e bruciature. Qualora si presentassero vescicole ripiene di liquido sulla cute, non forarle.

Quando rivolgersi al medico

Non tutte le ustioni possono essere gestite in autonomia: esistono situazioni in cui l’intervento di un professionista diventa imprescindibile per ridurre i rischi di complicazioni. La valutazione medica è necessaria, ad esempio, quando la lesione appare estesa, interessa zone particolarmente delicate come mani, volto, collo, piedi o genitali, oppure quando il diametro supera i 3-4 centimetri. Allo stesso modo, le ustioni circonferenziali a un arto o quelle che compromettono articolazioni possono limitare i movimenti e richiedere trattamenti specifici.

Anche la tipologia di agente responsabile orienta la decisione: ustioni da corrente elettrica, sostanze chimiche o esplosioni non vanno mai sottovalutate, poiché il danno può propagarsi ai tessuti profondi senza essere immediatamente visibile. Ulteriori campanelli d’allarme sono la presenza di bolle di grandi dimensioni, dolore intenso non controllabile con semplici rimedi, febbre, segni di infezione come pus o arrossamento progressivo.

Anche condizioni generali come età molto giovane, anzianità, patologie croniche (ad esempio diabete) o sistema immunitario compromesso rendono necessaria una valutazione tempestiva.

Complicazioni possibili

Alcune volte le ustioni possono innescare una serie di complicazioni che coinvolgono l’intero organismo. Una delle più frequenti è l’infezione della ferita, favorita dalla perdita della naturale barriera protettiva della pelle: i microrganismi penetrano più facilmente nei tessuti e possono causare infezioni locali o, nei casi più gravi, sepsi sistemiche.

Un’ustione estesa può inoltre determinare perdita significativa di liquidi e sali minerali, con conseguente rischio di ipovolemia e squilibri elettrolitici. Nei casi più severi, questo fenomeno può portare a shock circolatorio e compromettere la funzionalità di organi vitali. Non meno importante è il pericolo di ipotermia, poiché la pelle lesa non è più in grado di regolare in modo efficace la temperatura corporea.

Sul piano a lungo termine, le cicatrici possono evolvere in cheloidi o retrazioni cutanee, che limitano i movimenti articolari e riducono l’elasticità dei tessuti. Le ustioni profonde, soprattutto quelle di terzo grado, possono alterare anche le terminazioni nervose, generando dolore cronico, parestesie o perdita di sensibilità.

Alle conseguenze fisiche si sommano quelle psicologiche: cicatrici visibili e limitazioni funzionali possono incidere sull’autostima e sulla qualità della vita.

Prevenzione delle ustioni: casa, lavoro e ambienti esterni

In ambito casalingo, le fonti di rischio più comuni si concentrano soprattutto in cucina e in bagno: pentole con manici rivolti verso l’esterno, liquidi bollenti lasciati incustoditi o l’acqua del rubinetto eccessivamente calda sono tra i principali pericoli; una corretta regolazione della temperatura dello scaldabagno, l’uso di presidi di sicurezza per bambini e la manutenzione degli elettrodomestici riducono significativamente le probabilità di incidenti. Anche dispositivi apparentemente innocui, come ferri da stiro o stufe elettriche, vanno gestiti con attenzione, evitando di lasciarli accesi o accessibili senza controllo.

In ambito lavorativo, la prevenzione richiede un approccio sistematico. Nei settori industriali e chimici, l’impiego di dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali, indumenti resistenti al calore) è indispensabile, così come la formazione continua del personale sulle procedure di sicurezza. Analogamente, i lavoratori esposti a radiazioni o a fonti termiche elevate devono disporre di barriere protettive e sistemi di ventilazione adeguati.

All’aperto, il rischio principale è legato ai raggi ultravioletti. L’uso costante di creme solari ad alta protezione, abbigliamento tecnico e accessori come cappelli o occhiali da sole contribuisce a limitare i danni cutanei.

Ustioni: cause e pericoli

Come già abbiamo accennato, le ustioni sono una delle maggiori cause di infortunio domestico. Il motivo principale è che i rischi possono essere molti e tutti molto comuni, ragione per cui è necessario fare moltissima attenzione. Ma quali sono le maggiori cause di ustione?

  • Il sole o le sorgenti UV, come le lampade abbronzanti, possono determinare l’insorgenza di ustioni di varia entità a seconda della durata dell’esposizione. I raggi UV (ultravioletti) possono essere di tre tipi, quelli che preoccupano gli esseri umani sono: gli UVA hanno una lunghezza d’onda che arriva più in profondità nella pelle; gli UVB hanno una lunghezza d’onda che penetra sulla pelle superficialmente. Sebbene solo questi ultimi provochino ustioni, è bene proteggersi da entrambi in maniera adeguata per evitare problemi.
  • L’ustione da elettricità è causata dal calore generato dalla corrente elettrica che, a seconda della potenza elettrostatica, può provocare ustioni di lieve o grave entità. In questo caso il rischio può arrivare anche da spine elettriche o altri dispositivi presenti in casa.
  • L’ustione da calore è il più comune tra gli incidenti domestici, ed è provocata dal contatto con fiamme, oggetti roventi come padelle, forni e ferri da stiro o liquidi bollenti come acqua e olio. Per evitare questo inconveniente è molto importante fare attenzione durante le faccende di casa, soprattutto in cucina, ponendo la massima attenzione verso le norme di sicurezza.
  • Si possono creare lesioni cutanee gravi e profonde per via del contatto della pelle con sostanze chimiche come acidi, soda caustica e altri solventi corrosivi. Si tratta di un rischio molto presente in casa, a causa di detersivi, ma anche in alcuni luoghi di lavoro, come nel settore manifatturiero, edile o delle pulizie.

Cosa non fare in caso di ustione

È molto importante non intraprendere determinate azioni in caso di ustioni. Per prima cosa, sarebbe inopportuno rimuovere eventuali indumenti fortemente adesi all’area affetta e questo potrebbe comprimere o lacerare l’epidermide, aggravando il danno.

È inoltre assolutamente sconsigliato l’uso di rimedi casalinghi sulla zona ustionata: prodotti come olio, ghiaccio o, addirittura, dentifricio, sebbene usati con buone intenzioni, possono portare a complicazioni indesiderate.

Un altro punto importante da ricordare è di evitare di forare le bolle che si formano sulla pelle ustionata; se queste vengono esposte all’aria, l’area lesionata potrebbe diventare più suscettibile alle infezioni.

Infine, si consiglia di non comprimere il punto, nonostante possa sembrare un gesto di aiuto, questa azione può causare ulteriori danni al tessuto lesionato.

La dermatite da acari della polvere rappresenta una condizione cutanea causata da una reazione allergica alle proteine presenti negli escrementi e nei corpi degli acari della polvere, minuscoli artropodi che proliferano negli ambienti domestici.

Non visibili ad occhio nudo, gli acari della polvere sono presenti in molte case, prediligendo luoghi umidi e caldi come materassi, cuscini, tappeti e mobili imbottiti. La dermatite si manifesta attraverso sintomi quali prurito, arrossamento e infiammazione della pelle, simili a quelli osservati nell’eczema atopico.

A differenza delle reazioni cutanee causate da morsi di altri artropodi, come le cimici dei letti, la dermatite da acari della polvere è dovuta all’inalazione o al contatto diretto con gli allergeni prodotti da questi microrganismi.

Poiché gli acari della polvere si nutrono di scaglie di pelle umana, tendono a proliferare in aree frequentate da soggetti allergici; la gestione della dermatite da acari della polvere richiede misure specifiche per ridurre l’esposizione agli allergeni, oltre a trattamenti mirati per alleviare i sintomi cutanei.

Sintomi della dermatite da acari della polvere

La dermatite da acari della polvere si manifesta attraverso una serie di sintomi cutanei caratteristici, che possono variare in intensità a seconda della sensibilità individuale all’allergene e del livello di esposizione. I sintomi principali includono:

  • prurito intenso: rappresenta uno dei sintomi più comuni e sgradevoli e può manifestarsi in modo localizzato o diffuso, provocando un forte desiderio di grattarsi;
  • eritema: la pelle affetta appare arrossata, segno evidente di un’infiammazione in corso con l’arrossamento che può essere diffuso o concentrato in aree specifiche;
  • eruzioni cutanee: piccole papule o vescicole possono emergere sulla superficie cutanea, conferendo alla pelle un aspetto irregolare e, in alcuni casi, squamoso;
  • secchezza cutanea: la pelle può diventare estremamente secca e ruvida al tatto, con tendenza alla desquamazione;
  • lichenificazione: nei casi di esposizione prolungata o di grattamento cronico, la pelle può ispessirsi e presentare una texture ruvida e ispida, con un’accentuazione delle linee cutanee.

Oltre ai sintomi cutanei, chi soffre di dermatite da acari della polvere può spesso riscontrare altri sintomi allergici, come rinite allergica (caratterizzata da starnuti frequenti), congestione nasale, e lacrimazione oculare.

Questi sintomi tendono ad essere più pronunciati durante la notte o al risveglio, momenti in cui l’esposizione agli acari della polvere è maggiore.È importante sottolineare che tali manifestazioni possono influire significativamente sulla qualità della vita, causando insonnia e disagio fisico.

Diagnosi della dermatite da acari della polvere

Il medico, solitamente un dermatologo o un allergologo, inizia con una dettagliata anamnesi del paziente, focalizzandosi sui sintomi manifestati, la loro durata e frequenza, e le condizioni ambientali e domestiche del paziente.

Valutazione clinica

Durante la visita, il medico esamina attentamente la pelle del paziente per identificare segni visibili di dermatite come eritema, papule, secchezza e ispessimento cutaneo. Si procureranno inoltre informazioni riguardo alla presenza di altri sintomi allergici come rinite, tosse o sintomi asmatici.

Test cutanei per allergie

Uno dei metodi più comuni per confermare una sospetta dermatite da acari della polvere è il test cutaneo per le allergie. Questo test prevede l’applicazione di piccole quantità di estratto purificato di allergeni, inclusi quelli degli acari della polvere, sulla superficie della pelle, solitamente sull’avambraccio o sulla schiena.

Dopo circa 15 minuti, si osservano le reazioni cutanee: la formazione di una piccola bolla rossa pruriginosa indica una reazione allergica positiva. Questo test, pur essendo molto informativo, può presentare effetti collaterali lievi come prurito e arrossamento temporanei.

Esame del sangue

Nei casi in cui il test cutaneo non sia praticabile, ad esempio per la presenza di una condizione cutanea che potrebbe influenzarne i risultati o per l’assunzione di medicinali che alterano la risposta allergica, si può ricorrere all’esame del sangue.

Questo test misura il livello di specifici anticorpi IgE nel sangue, prodotti in risposta agli allergeni degli acari della polvere. L’esame del sangue può anche fornire informazioni sulla severità della sensibilità allergica.

Valutazione delle condizioni ambientali

Il medico potrebbe inoltre indagare sulle condizioni ambientali della casa del paziente, poiché la presenza di quantità significative di acari della polvere è comune in ambienti caldi e umidi, con elevata concentrazione di tessuti come tappeti, tende, e arredi imbottiti. Elementi come la presenza di animali domestici e l’abitudine di dormire nella stessa stanza degli animali possono complicare la diagnosi.

Prevenzione e gestione domestica degli acari della polvere

L’adozione di misure preventive appropriate può fare una significativa differenza nella qualità della vita delle persone affette. Di seguito sono riportate le principali strategie di prevenzione e gestione:

  • utilizzo di coperture antiacaro: materassi, cuscini e piumoni dovrebbero essere rivestiti con fodere antiacaro, realizzate con tessuti a trama fitta, in modo da fungere da barriera fisica, impedendo agli acari di colonizzare la biancheria da letto e riducendo l’esposizione agli allergeni durante il sonno;
  • lavaggio regolare della biancheria da letto: tutti i componenti della biancheria da letto dovrebbero essere lavati settimanalmente in acqua calda, preferibilmente a una temperatura superiore a 54,4°C. Questo trattamento termico è sufficiente per uccidere gli acari e rimuovere gli allergeni. Gli articoli non lavabili in acqua calda possono essere trattati nel congelatore per 24 ore per eliminare gli acari, seguiti da un lavaggio per rimuovere gli allergeni residui;
  • mantenimento di bassi livelli di umidità: gli acari prosperano in ambienti umidi e, pertanto, è essenziale mantenere un’umidità relativa inferiore al 50%. L’uso di deumidificatori e condizionatori d’aria può aiutare a raggiungere questo obiettivo. Un igrometro può essere utile per monitorare costantemente i livelli di umidità all’interno della casa;
  • scelte di arredamento appropriate: optare per pavimenti in legno, piastrelle o linoleum anziché tappeti e moquette, soprattutto in camere da letto, può limitare l’habitat degli acari; gli arredi imbottiti e le tende pesanti dovrebbero essere sostituiti con alternative facili da pulire e meno propense ad accumulare polvere;
  • pulizia frequente e accurata: la rimozione regolare della polvere è essenziale. L’uso di panni umidi o trattati con olio evita che la polvere diventi sospesa nell’aria; aspirare frequentemente pavimenti e mobili imbottiti con aspirapolvere dotati di filtri HEPA (High-Efficiency Particulate Air) può ridurre significativamente la presenza di acari e dei loro allergeni;
  • riduzione degli oggetti che raccolgono polvere: l’eliminazione del disordine nelle stanze, in particolare nelle camere da letto, può ridurre le superfici che accumulano polvere: libri, riviste, soprammobili e ornamenti dovrebbero essere ridotti al minimo per ridurre i potenziali nascondigli degli acari;
  • gestione dei peluche e degli oggetti di stoffa: i giocattoli di peluche e altri oggetti tessili dovrebbero essere lavati regolarmente in acqua calda;
  • filtrazione dell’aria: l’installazione di filtri HEPA sui sistemi di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata può ridurre la diffusione degli allergeni nell’aria domestica: è fondamentale sostituire regolarmente questi filtri per mantenerne l’efficacia;
  • pulizia degli animali domestici: gli animali domestici possono trasportare e distribuire allergeni, e quindi vanno puliti frequentemente gli spazi utilizzati da loro, lavate regolarmente le loro lettiere e mantenendoli fuori dalle camere da letto.

Gli acari della polvere: caratteristiche e impatto sulla salute

Gli acari della polvere appartengono alla famiglia Pyroglyphidae e rappresentano un gruppo eterogeneo di specie diffuse a livello globale, tra cui Dermatophagoides farinae (acaro americano), Dermatophagoides pteronyssinus (acaro europeo) ed Euroglyphus maynei. Questi artropodi microscopici, con dimensioni comprese tra 0,2 e 0,3 millimetri, sono praticamente impossibili da vedere a occhio nudo e prosperano in ambienti caldi e umidi, dove il tessuto e la polvere domestica offrono nutrimento e riparo.

Il loro ciclo vitale è relativamente breve, variando da due a tre mesi, ma sufficiente a garantire una produzione considerevole di allergeni: ogni acaro può deporre fino a un centinaio di uova e generare migliaia di particelle fecali, ricche di proteine in grado di scatenare reazioni immunitarie nell’uomo. Tali allergeni, insieme ai frammenti di esoscheletro in decomposizione, rappresentano una delle principali cause di allergie respiratorie e cutanee.

La presenza di acari della polvere è particolarmente rilevante nei materassi, nei cuscini e nei tessuti imbottiti, dove si accumulano squame cutanee, muffe e altre sostanze organiche di cui si nutrono. Le conseguenze sulla salute includono non solo la dermatite allergica, ma anche il peggioramento dell’asma e delle riniti stagionali o perenni, rendendo questi microrganismi tra i principali responsabili di patologie allergiche nelle aree urbane e domestiche.

Acari della polvere e punture: facciamo chiarezza

Quando si parla di acari, è frequente che emerga una certa confusione tra i sintomi della dermatite da acari della polvere e le vere e proprie punture causate da altre specie. Gli acari della polvere, infatti, non sono in grado di mordere o pungere la pelle umana. Questi microrganismi si nutrono esclusivamente di residui organici, come le cellule epiteliali che naturalmente si staccano dall’epidermide, e trovano il loro habitat ideale in ambienti domestici ricchi di tessuti.

Ciò che comunemente viene definito “puntura di acaro della polvere” è in realtà una reazione allergica alle proteine contenute nei loro escrementi e nei frammenti dei loro corpi in decomposizione. A livello cutaneo, questa risposta immunitaria può generare manifestazioni simili a quelle di una puntura – prurito, arrossamento, irritazione – inducendo a pensare di essere stati morsi.

Distinguere le due condizioni è fondamentale: mentre le punture di altri artropodi (come le cimici dei letti o gli acari parassiti) derivano da un’azione diretta sulla pelle, la dermatite da acari della polvere è l’espressione di una sensibilizzazione allergica.

Altri tipi di acari che possono mordere l’uomo

Sebbene gli acari della polvere non siano in grado di pungere o mordere la pelle umana, esistono altre specie di acari che possono entrare in contatto diretto con l’uomo causando lesioni cutanee. Si tratta di acari che, a differenza di quelli della polvere, necessitano di un ospite o si nutrono temporaneamente di tessuti umani.

Un esempio rilevante è rappresentato dagli acari della scabbia (Sarcoptes scabiei) che generano un’eruzione caratteristica e un prurito intenso, spesso più marcato durante le ore notturne.

Sono noti anche gli acari Demodex, normalmente presenti nei follicoli piliferi e generalmente innocui, ma capaci di determinare disturbi cutanei in soggetti predisposti o immunocompromessi. Infine, acari provenienti da uccelli o roditori possono molto raramente mordere l’uomo quando l’ospite naturale non è disponibile, dando origine a irritazioni e rash localizzati.

FAQ

Come distinguere la dermatite da acari dalla dermatite atopica o da contatto?

La dermatite da acari è strettamente legata all’esposizione agli allergeni ambientali prodotti da questi microrganismi. I sintomi tendono a comparire o peggiorare in ambienti chiusi, soprattutto durante la notte o al risveglio, quando il contatto con materassi e biancheria è più intenso. Eritema diffuso, prurito persistente e secchezza cutanea sono segni tipici, spesso associati a disturbi respiratori come rinite e congestione nasale.

La dermatite atopica, invece, è una condizione cronica di origine multifattoriale che può presentarsi fin dall’infanzia e non dipende da un singolo allergene. Le lesioni cutanee sono ricorrenti, localizzate in aree caratteristiche (pieghe dei gomiti, dietro le ginocchia, volto nei bambini) e accompagnate da una predisposizione familiare alle malattie allergiche.

La dermatite da contatto, infine, insorge in seguito al contatto diretto con una sostanza irritante o sensibilizzante (cosmetici, metalli, detergenti). In questo caso, le lesioni compaiono in modo localizzato e immediatamente dopo l’esposizione alla sostanza responsabile.

La dermatite da acaro della polvere è contagiosa?

La dermatite da acari della polvere non è una malattia contagiosa. Si tratta infatti di una reazione allergica, ossia di una risposta del sistema immunitario a particolari sostanze prodotte dagli acari, come gli escrementi e i frammenti del loro esoscheletro. In altre parole, non si trasmette da persona a persona, poiché non dipende da un agente infettivo, ma dalla sensibilità individuale agli allergeni presenti nell’ambiente domestico.

A quale temperatura muoiono gli acari della polvere?

Quando si lavano lenzuola, coperte o fodere, è necessario farlo a circa 55°C. Questo permette di eliminare gli acari della polvere ed anche altri allergeni.